Goodby Wupload!
L’esser finito nella lista nera della MPAA sembra aver funzionato: Wupload ha seguito l’esempio di FileSonic e da qualche ora ha interrotto il servizio di file sharing diventando a tutti gli effetti un sito da cui soltanto chi ha caricato i file può scaricarli. Stessa mossa attuata nei giorni scorsi da FileServe che, dopo aver riabilitato il file sharing per poco più di un mese, è tornato indietro sui suoi passi ed ha nuovamente interrotto il servizio.
PutLocker, un altro dei cyberlocker definiti “disonesti” da Alfred Perry della Paramount Pictures, ha preferito seguire i passi di Mediafire e si è difeso pubblicamente: “meno del 2% dei file caricati sui nostri server sono illeciti e questo sta ad indicare quanto sia importante il servizio che facciamo per la comunità online. PutLocker prendere molto seriamente la protezione del copyright e nell’ultimo anno e mezzo ha eliminato centinaia di migliaia di file illegali e bloccato decine di account. Da sempre collaboriamo con chi detiene i diritti d’autore e con le forze dell’ordine, sia in casa che all’estero. In ogni altra industria una persona che fa affermazioni del genere potrebbe essere denunciata per diffamazione“.
A quanto pare le affermazioni di Perry sono servite. E dire che si è trattato soltanto di parole, nessun intervento diretto contro i cinque cyberlocker era stato ancora programmato. Ora bisogna attendere la mossa di Depositfiles, l’unico della lista della Paramount a non aver né replicato né intrapreso alcun tipo di azioni. Deciderà di difendersi o seguirà l’esempio di Wupload e FileServe?
Wupload, Depositfiles, Fileserve, Mediafire e PutLocker sono dei cyberlocker disonesti e per questo devono essere chiusi subito. Si può riassumere così il pensiero, nonché l’ultima missione, della Motion Picture Association of America (MPAA), sempre più intenzionata a sfruttare a proprio vantaggio il recente scossone del business dei file hosting.
Alfred Perry, Vice President of Worldwide Content Protection presso la Paramount Pictures - una delle sei major cinematografiche che compongono la MPAA - si è schierato pubblicamente contro i cinque servizi di file hosting sopra citati, presentandoli come “disonesti” in un grafico mostrato ai presenti della conferenza On Copyright tenuta a New York.
Il grafico lascia un po’ il tempo che trova - si limita a sottolineare che i cinque servizi ricevono 41 miliardi di visite ogni anno, cinque visite per ogni abitante del pianeta - ma può bastare per mettere in allerta quei milioni di utenti che utilizzano quotidianamente quei cyberlocker e temono che si possa ripetere quando accaduto con Megaupload.
Va detto, però, che ad eccezione di Hoftile, peraltro non presente nella lista, ad oggi non si segnalano interventi diretti da parte della MPAA nei confronti di quei cinque servizi. Come a dire “c’è l’intenzione di farli chiudere ma non ci siamo ancora mossi in quella direzione“.
Mediafire, però, non ci sta a farsi definire “disonesto” e prende le distanze dagli altri cyberlocker inseriti nella lista della Paramount, dichiarando inoltre di aver sempre collaborato con la MPAA, la RIAA e tutte le altre organizzazioni che si occupano della tutela dei contenuti protetti da copyright. Lo ha fatto in una lettera firmata dal co-fondatore Tom Langridge ed inviata a CNET, il primo ad aver pubblicato le dichiarazioni di Perry.
Mediafire non è gestito da una gang di fuorilegge […] Diversamente dagli altri siti finiti nella lista (incluso Megaupload), Mediafire non ha impostato il sistema di limitazioni del download - velocità, numero di download, dimensione dei file, etc.- per convincere gli utenti ad abbonarsi, né abbiamo mai pagato gli utenti per l’upload dei contenuti. I nostri utenti premium hanno la stessa velocità e gli stessi server degli utenti free. Il servizio a pagamento aggiungere una serie di servizi più utili alle aziende e ai professionisti, come strumenti di personalizzazione o statistiche sull’utilizzo. […] Abbiamo una serie strumenti molto avanzati dedicati all’identificazione delle violazioni dei nostri Termini del Servizio e al warn o al blocco degli utenti. Molti di questi sistemi sono stati aggiornati, estesi e potenziati proprio per poter affrontare quegli utenti senza scrupoli che hanno cercato in Mediafire un’alternativa a Megaupload.
Gli altri cyberlocker citati hanno preferito non intervenire sulla questione, forse in attesa di capire se l’esser stati inseriti nella lista della Paramount possa costituire una minaccia concreta oppure no.
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